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Nel 23° secolo, dopo l'ennesima guerra nucleare, il genere umano per come lo conosciamo si è completamente estinto. In un ultimo disperato tentativo di salvare la specie prima dell’apocalisse nucleare, alcuni ultimi uomini hanno innestato la coscienza umana su delle macchine, generando così un nuovo passo dell’evoluzione: gli Humanoids, robot umanodi, capaci di sopravvivere all’olocausto atomico.

Queste macchine senzienti coscienti e convinte di essere umane al 100% si trovano in lotta contro i Nexus-6, robot evoluti di seconda generazione sprovvisti di coscienza umana, che hanno preso il controllo di quel che resta del pianeta.

In questo mondo post apocalittico dominato dalle macchine, Emma, una humanoid, viene catturata e sottoposta al test di identificazione nel CUBO, una struttura in grado di rendere gli Humanoids consapevoli della propria natura robotica. Il test consiste in un dialogo tra corpo e circuiti che diventa una danza biomeccanica tra cellule e byte, tra respiri e suoni, tra immagini e luci che scardinano le convinzioni di Emma, imprigionandola e rendendola esausta, sconfortata e dubbiosa sulla sua natura umana.

Ma non è sola. Alcuni suoi fratelli Humanoids arrivano e tentano di liberarla.

Di fronte all’unico e fondamentale elemento scenico, il CUBO, che scansiona e ne verifica l’identità, quattro androidi interagiscono fra loro e con la struttura per difendersi, salvarsi, conoscersi e riconoscersi fino a quando non c’è l’ingresso in scena di LOLA, Nexus-6 di seconda generazione, che destabilizza il dialogo tra gli Humanoids, sopisce la sommossa e prende il controllo del CUBO.

Emma e i suoi fratelli sembrano ormai convinti della loro natura robotica ma qualcosa va storto. Forse la razza umana non si è del tutto estinta. Forse nella danza tra corpo, luci e suoni, c’è ancora vita, emozioni e speranza.

In collaborazione con Dance Arts Faculty

Concepito come sistema formativo di respiro internazionale e i ntegrato verso tutto ciò che accanto allo studio sul movimento possa arricchire l a formazione espressivo-culturale delle nuove generazioni, Daf si pone parallelamente come soggetto promotore di i niziative artistiche a tutto tondo, sia ospitando progetti di qualificati organismi culturali, sia organizzando in proprio eventi e iniziative didattiche di settore anche dislocati nell’intero territorio nazionale.
DAF crea in Italia un rinnovato senso di educazione e di sviluppo del danzatore, inteso come un’esperienza radicale che utilizza il corpo come un ripetitore consapevole di informazioni, dall’interno verso l’esterno. Una spinta in avanti, attraverso un sistema di lavoro che consenta la maturazione del corpo, della tecnica e del movimento al pari di uno studio incentrato sulla conoscenza del proprio sistema emozionale.
La formazione, che è il cuore centrale dell’attività, è articolata su tre livelli secondo un programma diversificato per età e obiettivi che tiene conto delle differenti esigenze degli allievi mettendo in campo programmi didattici diversificati che possano garantire una massima qualità per chiunque voglia approcciarele discipline artistiche sia come svago e passione personale che come ambizione professionale.
Le differenti iniziative e programmi didattico culturali messi in campo dal team di professionisti che da diverse parti del mondo collaborano con la struttura, partendo da un comune sentire: l’urgenza di un’educazione umanistica e artistica globale dello studente così come della società tutta. Lo stimolo è dunque verso la sollecitazione attraverso progetti diversi di una suggestione complessiva e una sensibilità consapevole verso l’universo delle arti performative.

Produzione: Studio Cliche°- Dance Arts Faculty
Regia - Video Installazioni: Studio Cliche°
Coreografie: Linda Cordero Rijo e Silvia Galletti
Danzatori: Lola Constantinidou, Francesca Ginepro, Alessandro Piergentili, Emma Paciotti, Madhav Davide Valmiki.
Costumi: Alessandro Mancini
Trucco: Irene Van Engelenhoven